Trombosi anale in paziente con prolasso mucoemorroidario
Gianluca Arrigoni
Casa di Cura Palazzolo, BergamoCommento: Caso di trombosi anale insorta in seguito a sforzo per defecare in paziente con emorroidi di 3° grado. Che l’insorgenza
della trombosi comporti la classificazione della malattia emorroidaria al 4° stadio è discutibile. Il prolasso mucoemorroidario
di 3°- 4°grado costituisce generalmente una indicazione chirurgica, ma tale decisione compete al paziente cui
va sempre consentita l’opzione conservativa. La trombosi emorroidaria non è da considerare una manifestazione paraneoplastica.
Il prolasso occulto della mucosa rettale, associato a congestione e ipertrofia dei gavoccioli dei plessi emorroidari interni e marginali, è la condizione fisiopatologica predisponente alla complicanza trombotica emorroidaria, in condizione di impegno espulsivo e/o alterazioni di transito (stipsi o diarrea). A sua volta la trombosi è fonte di complicanze immediate locali (settiche o lacerazioni da stiramento dell'anoderma) e residuo di marische con flogosi cronica perianale. Talora, su di un terreno già predisposto, la complicanza trombotica può manifestarsi come spia di patologie organiche espansive della pelvi, inducenti aumento di pressione locale.
CASO CLINICOLa paziente A.F. di anni 47, normotipo, 169 cm/67kg, para
2.0.1.2., presentava storia clinica di appendicectomia e di
stipsi perdurante da anni e trattata con fibre e lassativi vegetali
antrachinonici. Il tipo di stipsi sembrava essere misto,
dovuto in parte a rallentato transito colico (tempi di transito
patologici nel 2006, coloscopia con dolicocolon e dolicosigma
nel 2008) e in parte a sindrome da defecazione
ostruita (defecazione incompleta e frammentata), con necessità
di manovre facilitatorie vaginali. Da anni presentava
sanguinamenti espulsivi moderati, con bruciori e prolasso
mucoemorroidario marginale che 6 mesi prima, ad una visita
di controllo era stato giudicato di 3° grado. La paziente
inoltre aveva eseguito vari controlli ginecologici ed una
ecografia transvaginale non aveva segnalato patologie di
apparato (ultima nel novembre 2010).
Nel settembre 2011 si era presentata presso l'ambulatorio
coloproctologico con una voluminosa trombosi emorroidaria
del margine anale (30% della circonferenza anale) insorta
in seguito ad uno sforzo defecatorio tre giorni prima dolore
intenso (VAS 6/10), prurito intenso (6/10).
Alla visita il prolasso era giudicato di grado 4 e oltre alla
trombosi emorroidaria si riscontrava una ragade della commessura
posteriore, con forte ipertono sfinterico all'esplorazione
rettale (+2/2)
Il dolore alla defecazione era riferito 8/10 e all’esplorazione
9/10.
L’anoscopia possibile solo con strumento pediatrico dimostrava
intensa congestione dei plessi emorroidari e segni
di proctite.
Per esplicita richiesta della paziente non si procedeva ad
incisione e drenaggio chirurgico e pertanto si sottoponeva
la paziente a trattamento conservativo con multicomponente
a base di diosmina, esperidina e troxerutina in miscela
micronizzata e L-carnitina 1 busta ogni 8 ore per 4 gg, poi
1 ogni 12 ore per 3 giorni, e infine 1/die per 9 settimane, associando
solo detersione e crema barriera + 2 buste di PEG
al dì, per tutto il periodo.
La terapia ha permesso una risoluzione della complicanza
trombotica. Nel corso del follow-up veniva riscontrata
una neoformazione cistica accrescitiva dell'ovaio di sinistra
di 6 cm di diametro con markers neoplastici negativi, per la
quale veniva programmato un intervento ginecologico laparoscopico
che consentiva di asportare con l’ovaio una cisti
endometriosica. Inizialmente tale lesione era stata considerata
una possibile concausa dell'evento trombotico anale.
La complicanza trombotica emorroidaria è una delle
evenienze più frequenti e più fastidiose per il paziente, con
perdita di giornate lavorative e inabilità alle normali attività,
della vita sociale e ricreativa. La trombosi comporta
classificazione al 4° stadio della malattia emorroidaria.
Il trattamento chirurgico consiste in genere nella semplice
incisione del gavocciolo e drenaggio della raccolta ematica
in anestesia locale in ambulatorio o nell'asportazione dell'emorroide, con legatura del peduncolo vasale in sala
operatoria, in anestesia locoregionale. Entrambe le procedure
comportano un trauma chirurgico, con necessità di riposo
e medicazioni. L'alternativa di tipo conservativo medico,
a fronte di una più lenta risoluzione della trombosi, consente
al paziente di controllare la sintomatologia dolorosa e
differire secondo opportunità ed esigenze proprie la terapia
eziologica.
La valutazione di questo caso dimostra la necessità di
trattare la stipsi che sembra mantenere un regime ipertensivo
nel tessuto emorroidario protruso. La somministrazione
di diosmina, esperidina e troxerutina in miscela micronizzata
e L-carnitina secondo lo schema descritto si dimostra
valida sia nel controllo dei sintomi soggettivi che nella
risoluzione della trombosi, ed è quindi un'opzione efficace
nel trattamento conservativo della malattia emorroidaria anche
in fase avanzata e complicata.
( Tabella 1 ).
Dott. GIANLUCA ARRIGONI
UO Chirurgia Casa di Cura Palazzolo
Via S.Bernardino, 56
Bergamo
Email: gianlucaarrigoni@gmail.com